giovedì 18 aprile 2013

Museo della Siritide, un museo che non ti aspetti


Parco Archeologico di Herakleia (Policoro, Matera)

Nei giorni prima di Pasqua invitavo i lettori a trascorrere le giornate di Pasqua e di Pasquetta in modo insolito: visitare un museo della Basilicata, visto che rimanevano aperti anche i quei giorni. Ebbene, ci sono andato.
A Pasquetta ho preso un buon calzone con salame e uova, (tipici della tradizione pasquale di molte zone della Basilicata) e sono partito alla volta di Policoro, Museo Archeologico Nazionale della Siritide.
Giunto al museo mi accoglie alla biglietteria un signore, molto gentile, che mi dice: “hai meno di ventisei anni?”, io rispondo “no” e lui mi spiega che “allora devi fare il biglietto intero, mi dispiace... 2 euro e 50”. “2 euro e 50!?” penso. “Ma è niente per un museo!”: prima meraviglia. Se pensiamo che nelle città per entrare in un museo ci vogliono in media almeno 7 euro, 2 euro e 50 sono niente. Devo confessare però che prima di entrare ho anche pensato “a questo prezzo, vuoi vedere che qui non c’è niente!?”.

Entro, giro, guardo, leggo. E passano 2 ore. Chiacchiero un po’ con gli operatori del museo ed esco, soddisfatto. E sì, perchè è stata una giornata bellissima, molto più di quanto mi aspettassi prima di partire.
Dentro il museo sono esposti centinaia di reperti archeologici che vanno dal Neolitico (dal VI al III millennio a. C.) fino alla Magna Grecia del III-II sec. a.C., passando per l’età dei metalli. I reperti sono stati ritrovati tutti nel territorio che comprende le due valli dell’Agri e del Sinni, nei comuni di Policoro, Tursi, Rotondella, Valsinni, Roccanova, Chiaromonte, Guardia Perticara, Armento (e probabilmente ne ho pure dimenticato qualcuno).

Foto da: wikimedia.org
Non mi aspettavo di trovare un museo così: tanta roba, tenuta bene, e soprattutto bene organizzata. Le sale sono divise per periodi storici e per ogni periodo preistorico e storico sono predisposti degli spazi di spiegazione così che il visitatore possa leggere e contestualizzare storicamente tutto ciò che sta guardando. Seconda meraviglia.
E’ stato entusiasmante percorrere attraverso le sale il passato della mia terra, scoprire la mitica Magna Grecia, troppo spesso completamente ignorata e a volte sottovalutata.
Quando sono entrato ero completamente ignorante sulla storia antica della nostra terra. Ne sono uscito con qualcosa in più. E credo che questo debba fare un museo, istruire. Un museo dovrebbe essere vivo, insegnare. E il museo della Siritide con me lo ha fatto: entrato ignorante, uscito meno ignorante.
Al termine della visita mi sono fermato qualche minuto a chiacchierare con gli operatori. Pare che si stia parlando di chiudere il museo di Metaponto (Museo Archeologico Nazionale, Bernalda, Matera).

A questo punto mi viene una riflessione da fare.
Il Museo Nazionale della Siritide, e in generale tutti i musei, sono un patrimonio, sì da difendere, da tutelare, sì da valorizzare ma soprattutto da conoscere e da vivere. Possiamo apprezzare e fare tutto ciò solo conoscendo il museo, andandoci. Un museo è come un libro, può essere bello o meno bello, fatto bene o fatto male ma per apprezzarlo bisogna aprirlo ed entrarci, e come tutte le cose, perderci un po’ di tempo. 
Pensateci, in fondo il biglietto intero costa € 2,50, è poco più del prezzo di cornetto e cappuccino.




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