lunedì 25 marzo 2013

La “patente di elezione”


Da un po' di tempo a questa parte mi chiedo perchè mai per guidare serva la patente e per votare no. 

Per guidare devi andare all’autoscuola, devi seguire le lezioni, fare le guide, sostenere l’esame di teoria e quello di pratica. Per votare basta saper fare un segno con una matita (infatti oggi manco serve più saper scrivere).
Voi mi direte “ma chi guida deve saperlo fare, deve conoscere i segnali e deve saper usare freno frizione eccetera, altrimenti è un rischio per gli altri!”. Giustissimo. Ma perchè, chi non sa votare no? non è forse anch’egli un pericolo per il prossimo?
Se uno sa guidare, conosce e agisce con criterio. Poi dove va è un altro discorso, lo decide lui. Se uno non sa guidare può pure decidere lui dove andare, ma ci arriverà?
Credo la stessa cosa sia per “il votare”, per votare devi conoscere e agire (mettere la croce) con criterio. Come si fa a conoscere in questo caso? Studiando, come in tutti gli altri casi. Come si fa ad agire con criterio? Imparando dall’esperienza: verificare se si è agito bene o male. Come? Controllando frequentemente che cosa ha combinato chi ho contribuito ad eleggere.
Il punto non è ridurre l’errore ma aumentare la cognizione di causa per aumentare la consapevolezza dell’errore. Non può succedere che manco ci accorgiamo né tantomeno siamo in grado di valutare le cose (spesso cagate) che succedono in Parlamento o in Regione!

Ci sono tanti casi di patente, la patente di guida, la patente ECDL, l’abilitazione alla professione superando l’Esame di stato (architetti medici avvocati eccetera).
Perchè non la patente per votare e per essere cittadino? La democrazia ha bisogno di una condizione: la partecipazione. La partecipazione ha tante forme e credo che una sia quella di essere informato e a conoscenza dei fatti, almeno quelli più elementari che permettono di fare le scelte con un po’ più “cognizione di causa”. Non dico che tutti dovrebbero essere esperti ma qualche informazione sulla storia politica dello Stato, sul funzionamento per grandi linee delle istituzioni come il parlamento, il governo, il Presidente della Repubblica eccetera. Insomma un livello minimo di conoscenza, come per la conoscenza dell’inglese, A1, A2, B1, e così via: puoi partecipare a dei concorsi che richiedono una conoscenza elementare dell'inglese se questa conoscenza non ce l'hai? No, e serenamente non partecipi. Ugualmente dovrebbe essere per le elezioni, ovviamente secondo il mio parere: almeno un livello elementare di conoscenza storica, politica e civica.

Discorso diverso per chi si candida a rappresentare i cittadini. L’altro giorno è uscita l’ultima intervista delle Iene che fa fare figure di m... a deputati e senatori e ci fa capire che forse sarebbe almeno opportuno un grado maggiore di conoscenza, o no?!
Ecco, per i canditati io farei la “patente del candido” che chiaramente chiederebbe agli aspiranti un livello di preparazione decisamente più elevato di quanto richiederebbe la “patente di elezione”.

Il mio ragionamento sarà pure spicciolo ma non credo sia alieno. O no? 
Prima o poi approfondirò questo tema.
Intanto... voi che ne pensate?

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