giovedì 12 dicembre 2013

Total ama la Basilicata e la colonizza





Martedì 10 dicembre 2013 è stato pubblicato su Basilicata24.it un articolo dal titolo "Terra e cultura: così Total colonizza la Basilicata".
Lo metto per intero perché è molto interessante, sinteticamente descrive ciò che, nella totale (o quasi) indifferenza, sta succedendo in Basilicata con e per il petrolio.

Si prende il petrolio, la terra, l'aria, l'acqua, la salute e si dà in cambio l'elemosina. Ma questo non basta. Bisogna mettere il frac al poveraccio e mandarlo alla festa di gala! Per poterlo ubriacare di sfarzo (e con un poveraccio non ci vuole molto) e fargli dimenticare, nell'ebbrezza della gioia inaspettata (e tarocca), terra, aria, acqua e salute.

Total (ma anche le altre compagnie petrolifere) ci ama e per il nostro bene, sia chiaro, ci colonizza; e noi, sempre per il nostro bene, ci facciamo colonizzare con gioia (farlocca). Cornuti, mazziati e contenti.


Così scrive Eugenio Bonanata.

Come si comprano stima e devozione? Foraggiando i giornali e creandone uno proprio. Investendo su cultura, scuole primarie e prodotti tipici. La Total sta entrando nel 'cuore' dei lucani. Ma sui fanghi tossici interrati a Serra d'Eboli continua a stendere un velo di oblio.
Le kermesse sponsorizzate da Total. Per la multinazionale francese - che dal 2016 estrarrà 50 mila barili di petrolio al giorno nella valle del Sauro - è fin troppo facile piegare culturalmente il popolo lucano. Un popolo mediamente poco avvezzo alla lettura, all'approfondimento. Sempre pronto ad abbassare la testa davanti a qualunque salvatore si presenti col vestito buono. Per la Total è facile spendere i tanti soldi che ha, sponsorizzando, ad esempio, attività culturali. Spicca la kermesse estiva Cinemadamare, sulle rive dello Jonio. Fanno simpatia i tornei di calcetto promossi a Corleto Perticara, nell'area dei pozzi. Inteneriscono i corsi di educazione ambientale nelle scuole elementari di Gorgoglione. Ma non basta. La Total è anche editrice di un trimestrale patinato (Energy) in cui si osannano le gesta degli operai-eroi che stanno lavorando al sito di estrazione petrolifera. “Le mani che modellano Tempa Rossa”, titola un reportage sul foglio edito da Total. Il nostro è “un impegno a lungo termine”, assicura sulle stesse pagine patinate, Natalie Limet, amministratore delegato di Total Italia. Insomma, ce n'è per tutti i gusti.
Sponsorizzano pure i prodotti delle terre 'avvelenate'. Anzi, a proposito di gusto, è encomiabile anche l'ultima trovata dei francesi. Si chiama Lucanica e serve a far conoscere i prodotti agroalimentari lucani in Europa e nel mondo. I partner sono Confindustria e Confapi. Ebbene, tra quei prodotti, però, Total sponsorizzi anche i cereali di Serra D'Eboli (Corleto Perticara). In quei terreni, 20 anni fa, i francesi, con lo sciagurato placet della Regione Basilicata, interrarono abusivamente fanghi tossici di perforazione. (Solo che quella si chiamava Total Mineraria, oggi invece si è rifatta il trucco e si chiama Total Italia spa). Su quei terreni si sono nutrite le pecore e hanno sudato i pastori. E sono morti avvelenati pastori e pecore (sta tutto nell'inchiesta Totalgate). Su quei terreni fino a un anno fa si è prodotto e venduto grano. Faccia un po' di pubblicità all'estero anche a quel maledetto grano, il colosso francese. E che dire delle prove di estrazione fatte lo scorso anno al pozzo Gorgoglione 2? Per due mesi si è levata, indisturbata verso il cielo, una fiammella carica di acido solfidrico. Una fiammella che ha stordito uomini e animali che vivevano nel raggio di un chilometro. Dov'erano i controlli e le precauzioni? Meglio non parlarne però. Le mani che perforano i pozzi devono apparire laboriose. L'aureola di una multinazionale generosa e filantropa deve brillare e convincere. La faccia deve sembrare limpida. Già, perché se poi si scioglie il trucco, qualche lucano potrebbe iniziare ad insospettirsi. E allora addio colonizzazione culturale!


martedì 3 dicembre 2013

Musica col crowdfunding: la cultura senza intermediari




La rete sta piano piano mostrando tutto il suo potere. 
A Parma, un gruppo di giovani musicisti è riuscito a creare un'orchestra chiedendo aiuto al loro pubblico attraverso il crowdfunding, una raccolta fondi.

Spesso le idee ci sono ma mancano i soldi. Come trovarli? Si fa strada sempre più un modo di fare progetti, soprattutto culturali, che consiste nel chiedere in rete direttamente  alla gente (direttamente al pubblico, senza intermediari come enti o case discografiche o case editrici) un contributo per poter realizzare il proprio progetto. Le formule della raccorda fondi sono varie: dalla richiesta semplice di finanziamento per il puro piacere di contribuire ad un progetto culturale fino ad arrivare alla richiesta di contributi in cambio del prodotto che si intende realizzare (che può essere un dvd, un cd, un mp3 eccetera).
Chi crede nel progetto contribuisce, in libertà e in base alle proprie tasche, alla realizzazione. Un esempio è l' MG_INC Orchestra

Giudicate voi, questo il loro progetto realizzato:







Per maggiori info vai sul sito della MG_INC Orchestra e leggi l'articolo.