mercoledì 26 giugno 2013

Taranto e Ilva: metalli nell'aria al quartiere Tamburi

Ecco ciò che succede a Taranto. In questo video si mostra quello che si diffonde nell'aria e che si deposita a terra. Il commissario dell'Ilva Bondi sostiene che "i picchi sopra la norma di PM10, registrati nel periodo gennaio-maggio 2013, sono in gran parte riconducibili a cause esterne (sabbia sahariana)". Dal video, girato in un'abitazione del quartiere Tamburi a Taranto, la sabbia sembra essere solo nella testa di Bondi.

Si può mentire così, senza vergogna e senza conseguenza alcuna? 
Purtroppo, evidentemente sì.


 

martedì 18 giugno 2013

Il Fracking e il NoFraking



Qualche giorno fa sono venuto a conoscenza del fracking e credo sia conoscenza da condividere.

Che cos'è il fracking? Il fracking (o frattura idraulica) è una tecniva di perforazione usata per l'estrazione di gas e di petrolio. Come funziona? Si inietta del liquido (acqua mista a sostanze chimiche) ad alta pressione che provocano delle fratture (di qui il nome) degli strati rocciosi del sottosuolo. Questa tecnica è molto utilizzata negli Usa e ha suscitato non pochi dubbi sull'impatto ambientale. Chiaramente le compagnie petrolifere si affrettano ad affermare che è una tecnica sicura ma, ovviamente, la loro credibilità viene messa a dura prova dalla mancanza di trasparenza sull'utilizzo di questa tecnica.
Ma prima di cercare di evidenziare i rischi vediamo quando viene usata la frattura idraulica. Nella maggior parte dei casi questa tecnica, come abbiamo detto, viene usata nell'estrazione di gas e petrolio quando le normali tecniche di perforazione non sono efficaci oppure antieconomiche, cioè quando non è possibile una perforazione conveniente perché i giacimenti si trovano al di sotto dei 1500 metri di profondità oppure quando si vuole semplicemente "sollecitare" la produzione: "la fratturazione permette l'estrazione di gas naturale dalle rocce bituminose, un materiale estremamente impermeabile. La frattura crea un passaggio dal giacimento al pozzo, aumentando la portata dell'estrazione" (da wikipedia), ossia più estrazione e più produzione.  Il sito www.nofracking.itci spiega meglio perchè si usa. Il fracking "favorisce l’estrazione di petrolio dagli scisti bituminosi o di tight gas (gas di sabbie compatte/gas in depositi clastici a bassa permeabilità), coal bed methane (metano dagli strati di carbone) e, principalmente, shale gas (gas di scisto/gas da argille). Sia il tight gas che lo shale gas sono giacimenti di gas non convenzionale costituiti da rocce calcaree, arenarie, quarzo e argilla: quando l’argilla è prevalente si chiama shale, altrimenti è definito tight."
Questa tecnica è utilizzata non solo nel campo della produzione di gas e petrolio ma anche nelle miniere, per ridurre le eventuali fuoriuscite di idrocarburi, per smaltire i rifiuti derivanti dall'estrazione di idrocarburi iniettandoli in rocce ritenute idonee e per misurare la tensione della crosta terrestre.
E il problema dove sta? Sta nel fatto che il fracking è una tecnica di estrazione estremamente invasiva per il territorio, sta nella qualità del liquido utilizzato e sta nelle conseguenze delle fratture. Il sito www.nofracking.it ci informa che "l’acqua utilizzata per fratturare (quasi 29 mila metri cubi all’anno per ogni singolo pozzo) viene, infatti, addizionata a diverse sostanze pericolose. Si parla di oltre 260 agenti chimici cancerogeni o altamente tossici, tra i quali naftalene, benzene, toluene, xylene, etilbenzene, piombo, diesel, formadeldeide, acido solforico, tiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrilamide, ossido di propilene, ossido di etilene, acetaldeide, di-2-etilesile, ftalati. Senza dimenticare sostanze radioattive come cromo, cobalto, iodio, zirconio, potassio, lanthanio, rubidio, scandio, iridio, krypton, zinco, xenon e manganese. Fino all’80% di questi fluidi iniettati per la fratturazione idraulica ritorna in superficie come acqua di riflusso. Il resto rimane nel sottosuolo." Quindi il rischio maggiore è la contaminazione chimica delle eventuali falde acquifere e del terreno contigui ai giacimenti di idrocarburi e ai pozzi di estrazione. Poi c'è il rischio di sollecitare microsismi che pur essendo micro sono sempre sismi. Inoltre a mio avviso tale tecnica di estrazione nasconde una porca filosofia: "rispetto per niente e nessuno".
In Italia il dibattito sul tema energia e ambiente quasi non esiste, si parla solo di bollette. Territorio, salute e informazione sul tema niente.
Per questi motivi il blog ha aderito alla Campagna NoFrackingItaly, una campagna nazionale di informazione, conoscenza e proposta, in grado di avviare un percorso critico, che conduca con il contributo ed il coinvolgimento dei territori, dei cittadini, delle associazioni, comitati, movimenti politici, degli attivisti, degli esperti, personalità:
1) Ad una bozza di legge nazionale contro il fracking;
2) Alla richiesta di trasparenza e pubblicazione dei piani ingegneristici delle compagnie petrolifere, oggi secretati;
3) Alla definizione, con legge, delle aree marine e terrestri da tutelare.


Se puoi, oh lettore, e se vuoi, aderisci anche tu: http://www.nofracking.it/campagna-italia/


domenica 16 giugno 2013

La canzone del maggio, Fabrizio De André



Ecco il testo...

"Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
se il fuoco ha risparmiato
le vostre Millecento
anche se voi vi credete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
provate pure a credevi assolti
siete lo stesso coinvolti.

Anche se avete chiuso
le vostre porte sul nostro muso
la notte che le pantere
ci mordevano il sedere
lasciamoci in buonafede
massacrare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c'eravate.

E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verità" della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.

E se credente ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti."

giovedì 13 giugno 2013

Il petrolio in Basilicata, lo Stato dov'è?




Guardando l'inchiesta del Corriere sul petrolio in Basilicata, mi rendo conto che ci sono dei problemi a livello istituzionale. Lo Stato dov'è? Che fa? Ha ancora una qualche funzione?

Guardando quest'inchiesta mi rendo conto che va in galera chi denuncia, non chi delinque o omette i controlli.
Mi rendo conto che la diga del Pertusillo è inquinata.
Mi rendo conto che non è Eni il problema, Eni (e tutta l'allegra compagnia dell'oro nero) ne approfitta e basta, Eni sta lì apposta, per fare profitti, li deve fare.
Mi rendo conto invece che lo Stato non c'è, non esiste. E se esiste, è molto amico di Eni e poco della gente.

Eni infatti è in regola, non è fuorilegge perchè la legge non c'è. Una legge che impedisca inquinamento e/o punisca chi inquina non c'è proprio, non c'è una legge che tuteli l'ambiente e la salute. Eni, per perforare ed estrarre, che piaccia o no, ha superato tutti i test di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) fissati dalla legge. E' questa legge che non vieta di estrarre a pochi metri dalle case, dagli ospedali, dalle colture (vedi Villa d'Agri, PZ), la legge è indulgente con le compagnie petrolifere. E la legge chi la fa? La fa lo Stato. Ma lo Stato, in questo caso, preferisce non farle queste leggi. E allora se lo Stato non fa queste leggi, a chi serve lo Stato? Agli abitanti di Viggiano? A quelli di Pisticci? A quelli del Mar Ionio? Guardando l'inchiesta del Corriere non mi pare proprio.
Lo Stato si è costituito perchè? Me lo domando.
Ma forse la colpa è nostra che ce ne fottiamo dello Stato, come se fosse una cosa che non ci riguarda, che non influenza le nostre vite, come se fosse un brutto sogno da scacciare via dalla mente e dalla realtà. E invece è reale, non c'è ma è reale. Percepisci che è reale quando commette ingiustizia e la vittima sei tu.

Sono convinto che lo Stato sia un prodotto umano e come tale modificabile, sempre. Ma per farlo bisogna che ci poniamo delle domande e cerchiamo le risposte informadoci. Anche di questo sono convinto.


lunedì 10 giugno 2013

Inchiesta del Corriere della Sera sul petrolio in Basilicata

http://www.corriere.it/inchieste/oro-nero-che-italia-rende-poveri/66d3009e-d108-11e2-9e97-ce3c0eeec8bb.shtml


Un po' di informazione non fa male, anzi. Il Corriere, a dir la verità con mia grande sorpresa, ha fatto un'inchiesta, secondo me buona, sullo sfruttamento di idrocarburi in Basilicata. Le estrazioni sono a regime, noi abbiamo la tessera idrocarburi e la Basilicata è sempre più povera perchè le aziende chiudono, i tumori aumentano e la gente se ne va. C'è qualcosa che non va. Uno che poco poco ragiona non può dire che il petrolio porta ricchezza, almeno in terra di Basilicata: qualcosa non va, i conti non tornano.

Guardate assolutamente l'inchiesta del Corriere della Sera!

venerdì 7 giugno 2013

"le ombre dei morti, i fantasmi e le altre cose di questo tipo..."

Immagine tratta dal film d'animazione "Hercules", Walt Disney


Il titolo è un po' macabro, me ne rendo conto, ma è d'effetto (o no?). E poi sono le parole di Platone, uno dei pilastri del pensiero occidentale.
Mi piaceva riportare qui un passaggio tratto da “la Repubblica” semplicemente perchè, scusate la ridondanza, mi piace.
E’ bene ricordare che Platone è un filosofo greco vissuto tra il V e il IV secolo a.C. ad Atene ed esprime un modo di ragionare un po’... diciamo “diverso” dal nostro. Sentite un po’ che dice.

[Repubblica, Libro III]
«E allora, se uno crede che il mondo dell’Ade esista e faccia paura, pensi che sarà impavido di fronte alla morte e in battaglia sceglierà la morte piuttosto che la sconfitta e la schiavitù?»
«Nient’affatto».
«Dobbiamo perciò sorvegliare, a quanto sembra, anche coloro che si mettono a narrare questi miti, e pregarli di non diffamare con tanta disinvoltura il mondo dell’Ade, ma piuttosto di elogiarlo, perché i loro racconti di adesso non contengono nulla di vero e di utile per chi dovrà avere spirito combattivo».
«Dobbiamo fare così, certo», disse.
«Allora», proseguii, «a cominciare dai versi seguenti, cancelleremo tutte le espressioni di questo tipo: “Vorrei lavorare a salario e servire ad un altro pur senza risorse, sprovvisto di grande ricchezza, piuttosto che regnare su tutti i morti consunti”; poi: “a mortali e immortali le case paressero mucide, orrende, che aborrono pure gli dèi”; e anche: “ahimè, ché ancora sussiste nelle case dell’Ade un’anima e un’ombra, ma senno non ha”; e anche: “lui solo ha coscienza, l’altre son ombre che volano”; e ancora: “l’anima volò via dalle membra e scese nell’Ade, piangendo il suo fato, vigor giovanile lasciando”; e anche questi versi: “l’anima come fumo sotto la terra n’andò stridendo”; e poi: “come quando le nottole nel fondo d’un antro divino squittendo svolazzano, allorché una cada dal grappolo appeso alla roccia, ove si reggono in fila, andavano insieme stridendo”. Pregheremo Omero e gli altri poeti di non indignarsi se casseremo questi e tutti gli altri versi di questo tipo, non perché siano impoetici e alla gente non piaccia ascoltarli, ma perché, quanto più sono poetici, tanto meno devono udirli i fanciulli e gli uomini destinati a essere liberi e temere la schiavitù più della morte» .
«Senza dubbio».
«Occorre quindi respingere anche tutti i nomi tremendi e spaventevoli che si riferiscono all’argomento: il Cocito, lo Stige, le ombre dei morti, i fantasmi e le altre cose di questo tipo che solo a nominarle fanno rabbrividire chiunque le ascolti. Forse vanno bene sotto un altro aspetto; ma noi temiamo che per un tale senso d’orrore i guardiani diventino più impulsivi e più molli del dovuto».
«E abbiamo ragione di temerlo!», esclamò.
«Sono dunque da eliminare?»
«Sì».

(Vi sarei grato se lasciaste qualche commento in riferimento all’argomento perchè sono molto interessato a ciò che pensate).

sabato 1 giugno 2013

Acqua minerale: schizofrenia o rincoglionimento?





L’acqua minerale è in Italia un affare da oltre 2 miliardi di euro l’anno. Abbiamo già visto chi ci guadagna. Indipendente da chi ci guadagna, assistiamo ad un vero e proprio sintomo di perdita di contatto con la realtà. I siciliani bevono acqua umbra, gli umbri bevono acqua lucana, i lucani bevono acqua piemontese, i piemontesi bevono acqua calabra, i calabresi l’acqua veneta e i veneti acqua laziale. E’ una follia. Dalle mie parti, fenomeni di questi sono chiamati dalla saggezza popolare “l’art di’ pacc’ ” (fare avanti e indietro, l’arte dei pazzi). Non sarebbe più saggio e conveniente che ognuno si bevesse la sua c...o di acqua minerale?
Bere acqua minerale significa produrre plastica in più (e quindi inquinare), trasportare le bottiglie da una parte all’altra dell’Italia (e quindi inquinare), risolvere il problema dello smaltimento della plastica (e quindi inquinare); infine comprare acqua minerale in bottiglia significa spendere di più per avere l’acqua.

Legambiente e Altreconomia, nel loro rapporto 2013 sulle acque in bottiglia, calcolano che nella “fase del trasporto dell’acqua minerale influisce non poco sulla qualità dell’aria. Il problema è che le acque minerali percorrono molti chilometri prima di arrivare sulle nostre tavole (secondo Mineracqua solo il 15% delle bottiglie di acqua minerale viaggia su ferrovia). Un’idea dei ‘movimenti d’acqua’ nel nostro Paese, che vede coinvolte le prime 15 marche nazionali, ci viene fornita da Altreconomia che ha realizzato una mappa delle distanze esistenti tra le sorgenti e le maggiori città italiane. Ad esempio, l’acqua Lilia dalle fonti del Vulture (Basilicata) percorre 847 km per arrivare a Genova e 861 per raggiungere Milano. Al contrario, l’acqua Levissima, dall’arco alpino, per raggiungere i supermercati di Napoli compie 894 Km, la Sant’Antonio ne impiega 814. E se prendiamo in considerazione le stesse fonti alpine e calcoliamo le distanze tra queste e le regioni ancora più a Sud, (come la Puglia ad esempio) i chilometri salgono fino a 1000, per non parlare poi del tragitto che compiono per arrivare sino a Palermo (1500 Km circa). Infatti, il trasporto su gomma è uno dei maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico.”
Nel rapporto si facenno anche all’inquinamento in termini di qualità dell’aria e CO2. “Degli oltre 12 miliardi di litri imbottigliati, 11,3 sono stati consumati in Italia nel 2011, di cui l’80% confezionato in bottiglie di plastica. Facendo una stima, e considerando che l’imbottigliamento dei 9 miliardi litri di preziosa acqua di sorgente sia solo in bottiglie di plastica da 1,5 litri, sarebbero state prodotte circa 6 miliardi di bottiglie, per 240 milioni di chili di plastica, pari a circa 540 milioni di litri di petrolio utilizzati, con un impatto nelle emissioni in atmosfera pari a circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2 per la sola produzione delle bottiglie.” Inoltre un “altro problema è la destinazione delle bottiglie dopo l’uso. Infatti solo poco più di un terzo (36% circa) di queste viene avviato correttamente a riciclo. Il restante 64% finisce invece in discarica, in inceneritori o disperso nell’ambiente. Infine un aspetto da non sottovalutare è il trasporto che incide sulla distribuzione delle acque minerali. Secondo i dati stessi di Mineracqua, il 15% delle bottiglie viaggia in treno e il restante 85% va da nord a sud trasportate per chilometri su camion con una media di 400 km e con massimi fino a 1300 km. Infatti l'imbottigliamento e il trasporto su gomma di 100 litri d'acqua che viaggiano per 100 km producono emissioni pari a 10 kg di CO2 oltre le emissioni di sostanze inquinanti provenienti dai motori diesel dei campion come PM10, ossidi di azoto, etc.”
Insomma sono più i danni che i benefici. Però c’è una soluzione. Bere acqua del rubinetto perchè conviene sia all’ambiente che alle tasche. Legmabiente sostiene che “per ogni 100 litri” di acqua del rubinetto erogati si emettono “solo circa 0,04 kg di CO2.” L’acqua di rubinetto infatti “non ha bisogno di imballaggi né tantomeno di utilizzare il petrolio il trasporto e per la fabbricazione delle bottiglie di plastica necessarie per il suo trasporto. Inoltre l’acqua di rubinetto “è di buona qualità, ecologica e rigorosamente controllata da norme sanitarie; in alcune situazioni può essere poco allettante al gusto, ma con dei semplici accorgimenti è facile renderla piacevole al palato e al portafoglio.”

Probabilmente il problema siamo noi che continuiamo a bere acqua minerale e creiamo questa situazione paradossale per cui noi beviamo l’acqua umbra e gli umbri bevono acqua lucana. Probabilmente abbiamo perso parecchio buonsenso... oppure il senso di realtà oppure semplicemente c’è un rincoglionimento di massa.
Sarebbe opportuno, forse prima ancora di cominciare a bere acqua di rubinetto, riacquistare un po’ di buonsenso, o di senso di realtà, o semplicemente il senno.