martedì 14 maggio 2013

Questione petrolio in Basilicata, i Comuni coinvolti (e quelli che potrebbero esserlo)

Foto da: www.sarconiweb.it


La questione petrolio in Basilicata è grande. Ad oggi (dati al 30 aprile 2013 dal Ministero dello Sviluppo Economico) sulla terraferma sono presenti 38 pozzi produttivi da cui si estrae oro nero.
Tale questione non sembra esaurirsi con i pozzi già esistenti (che sono in totale 126). Infatti alle attività già in atto si devono aggiungere i permessi di ricerca rilasciati e le richieste di permesso di nuove ricerche.
In Basilicata sono stati rilasciati ad oggi 11 permessi di ricerca per un totale di 1453,83 Km2 : sarebbe a dire che le compagnie petrolifere Eni, Total, Shell, Medoilgas, Vega Oil, Celtique energie, Appennine Energy, Aleanna Resources e Edison hanno il permesso di esplorare queste aree alla ricerca di nuovi giacimenti. I paesi che prima o poi si troveranno (perchè il permesso di ricerca è già stato accordato) ad avere a che fare con il petrolio sono: Aliano, Stigliano, Accettura, Montalbano Jonico, Craco, San Mauro Forte, Tursi, Grottole, Grassano, Ferrandina, Miglionico, Potenza, Pietragalla, Oppido Lucano, Teana, Carbone, San Chirico Raparo, Guardia Perticara, Armento, Castelmezzano, Albano di Lucania, Pietrapertosa, Salandra e Tolve. Nel caso si trovassero in queste aree giacimenti sfruttabili di gas naturale o greggio qualcuno di questi comuni potrebbe trovarsi nella situazione di Viggiano.
La questione petrolio in Basilicata è grande.
Le istanze di permesso di ricerca, ovvero le richieste di poter cercare nuovi giacimenti, sono 18 di cui 2 alle prime fasi, 13 in una fase di valutazione intermedia e 3 alla fase finale della valutazione (istanze "Frusci", "Grotte del Salice" e "Palazzo San Gervasio"). In altri termini ci sono 18 aree che potrebbero essere interessate dalle trivelle. Queste richieste interessano il territorio lucano per un totale di 3045,74 Km2 e toccano i seguenti comuni: Abriola, Anzi, Brindisi di Montagna, Calvello, Pignola, Potenza, Trivigno, Atella, Avigliano, Baragiano, Bella, Filiano, Pietragalla, Ruoti, San Fele, Aliano, Castronuovo di Sant’Andrea, Gallicchio, Missanello, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sant’arcangelo, Miglionico, Montescaglioso, Pomarico, Barile, Melfi, Rapolla, Bernalda, Montalbano Jonico, Pisticci, Brienza, Marsico Nuovo, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Tito, Picerno, Savoia di Lucania, Accettura, Albano di Lucania, Calciano, Campomaggiore, Castelmezzano, Cirigliano, Garaguso, Oliveto Lucano, Pietrapertosa, Stigliano, Tricarico, San Mauro Forte, Acerenza, Banzi, Forenza, Genzano di Lucania, Ginestra, Maschito, Montemilone, Palazzo San Gervasio, Ripacandida, Venosa, Sant’Angelo Le Fratte, Colobraro, Nova Siri, Rotondella, San Giorgio Lucano, Senise, Tursi, Valsinni, Paterno, Tramutola, Balvano, Castelgrande, Muro Lucano, Pescopagano. Sono interessati 75 Comuni. E i comuni lucani sono in tutto 131.

Che cosa significa questo? Significa che le compagnie petrolifere Eni, Shell, Delta Energy Medoilgas, Total E&P, Esso, Aleanna Resources e Italmin Exploration hanno chiesto di poter cercare greggio in in mezza Basilicata, e fin qui è un problema piccolo. Il problema grosso nascerà se dovessero trovarlo: ci sarà la probabilità di nuovi pozzi e nuovi impianti di stoccaggio.
Praticamente, vista la mole delle richieste di ricerca, abbiamo la sfortuna di avere il culo sopra un gran bell’affare (che chiaramente è solo per pochi). Il problema è che la Basilicata non è l’Iran; da noi ogni 10 chilometri c’è un paesino, c’è gente, ci sono boschi, laghi e fiumi, vigneti, aranceti, pescheti, oliveti e tutto quanto si possa immaginare. 
Nella tabella qui sotto ci sono i numeri della produzione di idrocarburi in terra di Basilicata dal 2004 ad oggi.



E mi chiedo: per quanto tempo ancora andremo avanti a cercare il petrolio? Quando sarà abbastanza?

PS: queste info possono essere reperite sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.




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