venerdì 7 giugno 2013

"le ombre dei morti, i fantasmi e le altre cose di questo tipo..."

Immagine tratta dal film d'animazione "Hercules", Walt Disney


Il titolo è un po' macabro, me ne rendo conto, ma è d'effetto (o no?). E poi sono le parole di Platone, uno dei pilastri del pensiero occidentale.
Mi piaceva riportare qui un passaggio tratto da “la Repubblica” semplicemente perchè, scusate la ridondanza, mi piace.
E’ bene ricordare che Platone è un filosofo greco vissuto tra il V e il IV secolo a.C. ad Atene ed esprime un modo di ragionare un po’... diciamo “diverso” dal nostro. Sentite un po’ che dice.

[Repubblica, Libro III]
«E allora, se uno crede che il mondo dell’Ade esista e faccia paura, pensi che sarà impavido di fronte alla morte e in battaglia sceglierà la morte piuttosto che la sconfitta e la schiavitù?»
«Nient’affatto».
«Dobbiamo perciò sorvegliare, a quanto sembra, anche coloro che si mettono a narrare questi miti, e pregarli di non diffamare con tanta disinvoltura il mondo dell’Ade, ma piuttosto di elogiarlo, perché i loro racconti di adesso non contengono nulla di vero e di utile per chi dovrà avere spirito combattivo».
«Dobbiamo fare così, certo», disse.
«Allora», proseguii, «a cominciare dai versi seguenti, cancelleremo tutte le espressioni di questo tipo: “Vorrei lavorare a salario e servire ad un altro pur senza risorse, sprovvisto di grande ricchezza, piuttosto che regnare su tutti i morti consunti”; poi: “a mortali e immortali le case paressero mucide, orrende, che aborrono pure gli dèi”; e anche: “ahimè, ché ancora sussiste nelle case dell’Ade un’anima e un’ombra, ma senno non ha”; e anche: “lui solo ha coscienza, l’altre son ombre che volano”; e ancora: “l’anima volò via dalle membra e scese nell’Ade, piangendo il suo fato, vigor giovanile lasciando”; e anche questi versi: “l’anima come fumo sotto la terra n’andò stridendo”; e poi: “come quando le nottole nel fondo d’un antro divino squittendo svolazzano, allorché una cada dal grappolo appeso alla roccia, ove si reggono in fila, andavano insieme stridendo”. Pregheremo Omero e gli altri poeti di non indignarsi se casseremo questi e tutti gli altri versi di questo tipo, non perché siano impoetici e alla gente non piaccia ascoltarli, ma perché, quanto più sono poetici, tanto meno devono udirli i fanciulli e gli uomini destinati a essere liberi e temere la schiavitù più della morte» .
«Senza dubbio».
«Occorre quindi respingere anche tutti i nomi tremendi e spaventevoli che si riferiscono all’argomento: il Cocito, lo Stige, le ombre dei morti, i fantasmi e le altre cose di questo tipo che solo a nominarle fanno rabbrividire chiunque le ascolti. Forse vanno bene sotto un altro aspetto; ma noi temiamo che per un tale senso d’orrore i guardiani diventino più impulsivi e più molli del dovuto».
«E abbiamo ragione di temerlo!», esclamò.
«Sono dunque da eliminare?»
«Sì».

(Vi sarei grato se lasciaste qualche commento in riferimento all’argomento perchè sono molto interessato a ciò che pensate).

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