martedì 18 giugno 2013

Il Fracking e il NoFraking



Qualche giorno fa sono venuto a conoscenza del fracking e credo sia conoscenza da condividere.

Che cos'è il fracking? Il fracking (o frattura idraulica) è una tecniva di perforazione usata per l'estrazione di gas e di petrolio. Come funziona? Si inietta del liquido (acqua mista a sostanze chimiche) ad alta pressione che provocano delle fratture (di qui il nome) degli strati rocciosi del sottosuolo. Questa tecnica è molto utilizzata negli Usa e ha suscitato non pochi dubbi sull'impatto ambientale. Chiaramente le compagnie petrolifere si affrettano ad affermare che è una tecnica sicura ma, ovviamente, la loro credibilità viene messa a dura prova dalla mancanza di trasparenza sull'utilizzo di questa tecnica.
Ma prima di cercare di evidenziare i rischi vediamo quando viene usata la frattura idraulica. Nella maggior parte dei casi questa tecnica, come abbiamo detto, viene usata nell'estrazione di gas e petrolio quando le normali tecniche di perforazione non sono efficaci oppure antieconomiche, cioè quando non è possibile una perforazione conveniente perché i giacimenti si trovano al di sotto dei 1500 metri di profondità oppure quando si vuole semplicemente "sollecitare" la produzione: "la fratturazione permette l'estrazione di gas naturale dalle rocce bituminose, un materiale estremamente impermeabile. La frattura crea un passaggio dal giacimento al pozzo, aumentando la portata dell'estrazione" (da wikipedia), ossia più estrazione e più produzione.  Il sito www.nofracking.itci spiega meglio perchè si usa. Il fracking "favorisce l’estrazione di petrolio dagli scisti bituminosi o di tight gas (gas di sabbie compatte/gas in depositi clastici a bassa permeabilità), coal bed methane (metano dagli strati di carbone) e, principalmente, shale gas (gas di scisto/gas da argille). Sia il tight gas che lo shale gas sono giacimenti di gas non convenzionale costituiti da rocce calcaree, arenarie, quarzo e argilla: quando l’argilla è prevalente si chiama shale, altrimenti è definito tight."
Questa tecnica è utilizzata non solo nel campo della produzione di gas e petrolio ma anche nelle miniere, per ridurre le eventuali fuoriuscite di idrocarburi, per smaltire i rifiuti derivanti dall'estrazione di idrocarburi iniettandoli in rocce ritenute idonee e per misurare la tensione della crosta terrestre.
E il problema dove sta? Sta nel fatto che il fracking è una tecnica di estrazione estremamente invasiva per il territorio, sta nella qualità del liquido utilizzato e sta nelle conseguenze delle fratture. Il sito www.nofracking.it ci informa che "l’acqua utilizzata per fratturare (quasi 29 mila metri cubi all’anno per ogni singolo pozzo) viene, infatti, addizionata a diverse sostanze pericolose. Si parla di oltre 260 agenti chimici cancerogeni o altamente tossici, tra i quali naftalene, benzene, toluene, xylene, etilbenzene, piombo, diesel, formadeldeide, acido solforico, tiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrilamide, ossido di propilene, ossido di etilene, acetaldeide, di-2-etilesile, ftalati. Senza dimenticare sostanze radioattive come cromo, cobalto, iodio, zirconio, potassio, lanthanio, rubidio, scandio, iridio, krypton, zinco, xenon e manganese. Fino all’80% di questi fluidi iniettati per la fratturazione idraulica ritorna in superficie come acqua di riflusso. Il resto rimane nel sottosuolo." Quindi il rischio maggiore è la contaminazione chimica delle eventuali falde acquifere e del terreno contigui ai giacimenti di idrocarburi e ai pozzi di estrazione. Poi c'è il rischio di sollecitare microsismi che pur essendo micro sono sempre sismi. Inoltre a mio avviso tale tecnica di estrazione nasconde una porca filosofia: "rispetto per niente e nessuno".
In Italia il dibattito sul tema energia e ambiente quasi non esiste, si parla solo di bollette. Territorio, salute e informazione sul tema niente.
Per questi motivi il blog ha aderito alla Campagna NoFrackingItaly, una campagna nazionale di informazione, conoscenza e proposta, in grado di avviare un percorso critico, che conduca con il contributo ed il coinvolgimento dei territori, dei cittadini, delle associazioni, comitati, movimenti politici, degli attivisti, degli esperti, personalità:
1) Ad una bozza di legge nazionale contro il fracking;
2) Alla richiesta di trasparenza e pubblicazione dei piani ingegneristici delle compagnie petrolifere, oggi secretati;
3) Alla definizione, con legge, delle aree marine e terrestri da tutelare.


Se puoi, oh lettore, e se vuoi, aderisci anche tu: http://www.nofracking.it/campagna-italia/


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