martedì 26 marzo 2013

La mia prima tragedia greca: meraviglioso

Immagine da: http://www.rsi.ch/libramente

Ultimamente mi sto avvicinando alla letteratura greca, precisamente la tragedia...
Sotto consiglio di una amica de Roma che ha studiato al liceo classico e che stimo tantissimo, ho cominciato a leggere la mia prima tragedia greca, Antigone, di Sofocle.
Già durante la lettura avevo l’impressione di trovarmi di fronte a qualcosa di magnifico, l’etica concentrata in poche frasi. Finita la lettura (è molto breve) mi è parso di aver attraversato dolcemente i temi della giustizia, dell’umano e del divino. Meraviglioso. Un racconto bellissimo. Due fratelli uccisi l’uno per mano dell’altro, a uno l’onore della sepoltura, all’altro l’umiliazione, il corpo lasciato insepolto e disonorato, in pasto agli uccelli. Una sorella, Antigone, che vuole affidare alla sepoltura e agli dei il corpo del fratello esposto in piazza. La giustizia degli dei e quella degli uomini si scontrano. Attorno alle vicende e all’anima di questa donna le riflessioni sull’etica non possono non essere affrontate. Meraviglioso.
Vi riporto uno stralcio del dialogo tra le due sorelle. Ho scelto questo passo perchè credo che possa rappresentare dignitosamente questa tragedia, sebbene non ne sveli tutta la bellezza.


“ISMENE: [...] Io darò retta a chi comanda e chiederò perdono ai morti: è così e non posso farci niente. Che senso ha tentare l’impossibile?

ANTIGONE: Non te lo chiederò più, e non vorrei averti con me neanche se tu cambiassi idea. Fai come credi. Ma io lo seppellirò. Morirò per questo? Sarà una bella morte. Giù, stesa accanto a chi amo, con chi mi ama. Commetto un crimine? Sì, ma per rispettare un dovere che è sacro. Dobbiamo piacere ai morti, non ai vivi. Passeremo più tempo sottoterra. Laggiù rimarrò per sempre. Tu, se vuoi, calpesta pure gli dei.”

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