domenica 5 maggio 2013

Affare acqua minerale. Basilicata, gran bell'affare!

Foto da: newmediologo.me

L’acqua in bottiglia in Italia è un affare da oltre 2 miliardi di euro. Oltre 300 marche sono coinvolte nell’imbottigliamento e nell’incasso. Certo anche le regioni. Chi “produce” acqua in bottiglia sono le Società (ad esempio Lilia “giovani per sentirsi giovani fin da giovani”, di proprietà della Coca-Cola, acqua del Vulture), chi produce davvero l’acqua è il territorio, le sorgenti: chi “produce” acqua in bottiglia in realtà la imbottiglia e basta perchè a produrla veramente ci pensa la natura. Bene, per imbottigliare l’acqua, queste marche pagano alla regione prodruttrice un tot, diverso per ogni regione (essendo la risorsa acqua di competenza regionale, è la regione che decide il prezzo dell’acqua e che quindi “ci guadagna”).
Le regioni quindi dovrebbero guadagnarci e di conseguenza guadagnarci tutti gli abitanti di
quella regione la quale ridistribuirà in altri settori quei guadagni. Ma non è così.
In realtà alle regioni, nella maggior parte dei casi, incassano spiccioli in confronto a quanto guadagnano le marche.
A marzo Legambiente e Atreconomia pubblicano un rapporto su consumo e introiti dell’acqua, regione per regione; il titolo è eloquente: “Acque in bottiglia, un’imbarazzante storia all’italiana”.
La situazione è appena appena vergognosa. Ci sono regioni che praticamente regalano acqua alle Società che, pagando un niente la materia prima, ci fanno grandissimi profitti. In Liguria ad esempio le Società pagano alla Regione 5,01 € a ettaro concesso per un totale di 125.833 m3 di acqua imbottigliata (per il calcolo dei litri basta fare i m3 x1000); ciò significa che la Regione Liguria incassa un totale annuo di ben 3.342,47 euro! Praticamente niente!
In mancanza di una regolamentazione statale ogni regione è libera di scegliere il canone da far pagare alle Società. Fin qui nulla di male se non fosse che questi canoni favoriscono i profitti di tali Società a danno del territorio. In Italia, nei fatti, esistono quattro tipi di canone che le regioni "impongono" alle Società:
  • In funzione degli ettari dati in concessione. Questa è la più svantaggiosa per le regioni perchè non è considerata la quantità di acqua imbottigliata o emunta (quella prelevata in totale, tra imbottigliata e usata per altri scopi come ad esempio la lavorazione industriale per l’imbottigliamento); in atre parole che si prelevi un litro o un milione di litri per la regione è uguale, incassa la stessa cifra. E’ il caso di Emilia Romagna, Liguria, Molise, Puglia e Sardegna.
  • In funzione dei volumi imbottigliati. Le regioni ricevono un tot a m3 imbottigliato. E’ il criterio adottato dalla Regione Basilicata (insieme a Campania, Piemonte e Abruzzo).
  • In funzione di volume di m3 di acqua imbottigliata e di ettari dati in concessione (doppio canone). E’ il caso di Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Sicilia, Toscana, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto.
  • In funzione sia dei m3 imbottigliati, sia dei m3 emunti, sia degli ettari in concessione (triplo canone). Solo la Regione Lazio adotta questo tipo di canone.
Ma veniamo alla Basilicata.
In Basilicata sono dati in concessione alle Società di imbottigliamento 680 ettari e vengono imbottigliati 920.000.000 di litri all’anno rendendo la nostra regione la quinta regione “produttrice” in Italia di acqua minerale in bottiglia (dati al 2012). L’introito per la Regione Basilicata è di, udite udite, 323.464 €. Una miseria. La Regione Basilicata riceve quindi dalle Società di imbottigliamento dell’acqua 0,30 € per ogni m3 di acqua imbottigliato, sarebbe a dire 30 centesimi di euro per ogni 1000 litri di acqua imbottigliata, significa 0,0003 € al litro. L’elemosina.
Che cosa significa questo in termini pratici? Vediamolo con un esempio, forse spicciolo ma che rende l’idea di quello che comporta questa vergogna.
Quanto la pagate voi l’acqua Lilia in bottiglia? 
Coca-Cola paga la stessa acqua alla Regione Basilicata 0,30 € al m3. Un metro cubo d’acqua sono 1000 litri. Alla Coca-cola, l’acqua (che noi paghiamo circa 25 centesimi al litro se ci va bene) costa ben 0,0003 € al litro: una fortuna!
Quale diavolo di processo produttivo e/o di commercializzazione può mai generare il divario tra il prezzo pagato da me e il prezzo pagato da Coca-Cola? E se anche ci fosse, sarebbe un processo produttivo che costa troppo e sarebbe pertanto un processo antieconomico. Ma poi, volendo fare l’ “ignorante”, che me ne importa a me dei profitti di Coca-Cola? (E’ il capitalismo belli!). In realtà a me, cittadino lucano, converrebbe di più che quell’acqua uscisse dal rubinetto piuttosto che dal supermercato. O no?

La situazione è abbastanza triste perchè alla fine, in tutto questo affare, a noi cittadini restano soltanto le briciole. Che affarone
Secondo Legambiente e Altreconomia se la Regione Basilicata applicasse un canone più equo, come ad esempio 10 € al m3, gli introiti salirebbero dagli attuali 323.464 € a 9.200.000 € l’anno. Questo sì sarebbe un vantaggio, per almeno due ragioni:
  • la regione incasserebbe molto di più e con questi soldi si potrebbe investire sul territorio in servizi e infrastrutture; 
  • rendendo la “produzione” di l’acqua minerale sconveniente, si scoraggerebbe il prelievo selvaggio della risorsa acqua riducendo contemporaneamente l’inquinamento dovuto alla produzione di plastica e al trasporto schizofrenico di acqua in bottiglia.
L’acqua è una risorsa e, come è stato sancito ufficialmente con il referendum del 2011, è un bene comune, non un profitto.



Nessun commento:

Posta un commento