giovedì 2 maggio 2013

"Filosofeggio" time

Foto da: freeforumzone.leonardo.it

Leggendo questo articolo su la Gazzetta del Mezzogiorno mi parte il "filosofeggio"...
E penso che non ci saranno mai macchine o leggi che sostituiranno l'uomo, la sua coscienza e la sua adattabilità. Dove infatti viene meno l'uomo, capace (in linea di massima) di valutare, con il suo proprio essere dinamico, ogni elemento di ogni situazione, credo che arrivino le gabbie e le prigioni. Le macchine e le leggi non avranno mai una capacità: l'interpretazione. Fondamento del pensiero e della vita umana. Forse si può chiamare anima, o forse intelligenza, o la collaborazione tra le due, non so, però è un qualcosa che differenzia l'uomo dai prodotti dell'uomo.
In ragione di questa qualità credo anche che, a dispetto di chi pensa che la tecnologia ci seppellirà, che computer non riusciranno mai a calcolare l'ipotesi e mai potranno essere flessibili, mai riusciranno ad "immaginare" un possibile, altro da quello che si conosce.
E mi viene in mente una questione di ergonomia cognitiva che ho studiato un bel po' di tempo fa: il controllo ultimo delle azioni lo deve avere l'uomo o la macchina? (problema molto vivo negli ambienti del trasporto pubblico: aerei, treni eccetera).
E la domanda diventa: il controllo ultimo delle azioni lo deve avere l'uomo o il suo prodotto (legge o macchina che sia)?

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