lunedì 23 settembre 2013

No Tav: i nuovi terroristi, i nuovi briganti


 I No Tav. Ecco i nuovi terroristi. Ecco i nuovi briganti.

La storia, se la si conosce, ci aiuta a capire gli avvenimenti attuali, internazionali, nazionali e locali. La storia ci aiuta a comprendere come hanno funzionato le cose. E di solito i sistemi che hanno funzionato, con qualche aggiustamento qua e là e qualche ritocchino estetico, vengono riproposti perchè probabilmente efficaci. Sto parlando del sistema di mettere "fuorilegge" le persone, farle diventare persone che stanno fuori dalla legge. Non a caso il fenomeno della ribellione contro i nuovi sovrani Savoia (non credo che si possa parlare di rivolta) della gente del Sud fu all'epoca funzionalmente e oggi semplicisticamente chiamato "Brigantaggio". Cosa successe allora? Perchè affermo che a gran parte della gente del Sud gli fu attribuito la "professione" di brigante?
Chi ha letto qualcosa a riguardo sa che nella categoria “briganti” furono inseriti sia i briganti veri (quelli che rubavano e saccheggiavano per vivere), sia i soldati (disertori e non) del Regno delle Due Sicilie, sia quelli che, o perchè amavano i Borbone o perchè avevano tendenze liberali o repubblicane, si ribellavano al nuovo regno (io direi al nuovo padrone). Il Regno dei Savoia ad un certo punto, in terra di Basilicata, non riuscendo a debellare questo "imprevisto" fenomeno di ribellione, istituì addirittura la legge marziale, come se si fosse in guerra (da notare invece che questa brutta storia venne chiamata e tuttora è chiamata dai più "annessione" o addirittura "liberazione") e etichettò come "brigante" chi si opponeva al nuovo regno e alla nuova legge. E quale fu il risultato? Agli occhi dell'Europa tutta (gli altri regni, che volevano che tale faccenda risultasse con la faccia pulita) il combattere i briganti giustificò in parte l'uso della violenza e fece passare in secondo piano i problemi tutti politici di "annessione", "uso delle armi", "repressioni". E successe che dopo qualche anno i "briganti" furono uccisi e il problema fu risolto: "s'è fatta l'Italia"! Nel sangue e nell'inganno, certo, ma "si è fatta"! Olé!
E cosa sta succedendo in Val di Susa? 
Li chiamano terroristi. "Terrorista", un termine più moderno e internazionale di "brigante". E siamo all'etichettamento (Labelling Theory): No Tav = terrorismo. Far diventare "cattiva" la gente che si oppone ad una scelta, ad un'opera inutile e che stupra il loro territorio, per giustificare l'uso delle armi (la polizia è armata) e le repressioni (sequestro dei computer) e per raggiungere gli obiettivi, tutti politici, dei governi e dello Stato.

E fra qualche anno i "terroristi" saranno eliminati e il problema TAV sarà risolto: "si sarà fatto il TAV"! Nella violenza e nell'inganno, certo, ma "il Tav sarà fatto"! Olé!
... Io spero davvero di no. Spero proprio che questa volta la storia non si ripeta.
Ho paragonato i due fenomeni perchè vedo nette le analogie: a me sembra chiaro come il sole. Voi che ne pensate? 

Comunque, ecco i NoTav. Ecco i nuovi terroristi. Ecco i nuovi briganti. Ascoltiamo cosa succede in Val di Susa dalle parole del leader No Tav Alberto Perino.






PS: per approfondire l'argomento Brigantaggio è disponibile su questo blog una pagina che raccoglie una serie di letture sul tema.



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